In questo articolo andremo ad affrontare una delle principali cause di dolore cronico e di disabilità che colpisce milioni di persone in tutto il mondo: l’artrosi. Parleremo nello specifico dell’artrosi della spalla.
CHE COS’E’?
L’artrosi è una malattia degenerativa che interessa l’articolazione scapolo-omerale, è legata all’invecchiamento dei tessuti articolari, in particolare, della cartilagine, che con il tempo diventa meno idratata ed elastica, assottigliandosi e determinando così, attraverso lo sfregamento delle superfici articolari, deterioramento, dolore, rigidità e limitazione delle normali attività quotidiane.
ARTROSI SPALLA: SINTOMI E CAUSE
Il dolore è il sintomo predominante dell’artrosi di spalla e buon campanello d’allarme in quanto precoce. Con l’acuirsi della malattia i pazienti avvertiranno dolore notturno e difficoltà nel compiere i movimenti quotidiani (limitazione articolare) in seguito anche a una perdita di forza, in quanto riconducibile talvolta a una lesione di cuffia.
Sfregando l’una contro l’altra, le superfici articolari producono uno scroscio articolare, anch’esso sintomo di artrosi della spalla.
Come abbiamo detto già in precedenza l’artrosi è causata dall’usura della cartilagine, questo avviene con l’aumento dell’età (generalmente ultrasessantenni), in pazienti che hanno una componente genetica ereditaria, oppure può svilupparsi a seguito di una errata consolidazione di una frattura di spalla o ancora, può essere legata a patologie reumatologiche o autoimmuni (come il diabete).
Malformazioni ossee, processi infiammatori, traumi, utilizzo eccessivo dell’articolazione sia per lavoro che per la pratica sportiva (over-head, che implicano movimenti ripetitivi sopra la testa) favoriscono lo sviluppo dell’artrosi. Anche l’alcolismo e l’utilizzo eccessivo di corticosteroidei sono cause dello svilupparsi dell’artrosi.
COME AVVIENE LA DIAGNOSI?
L’ortopedico, a seguito di un’ accurata anamnesi, che comprende storia clinica del paziente, valutazione del dolore, della forza e capacità di movimento, potrà richiedere un esame radiografico, solitamente in 3 proiezioni, un’ecografia e se necessario esami più complessi come risonanza magnetica o Tac che aiuteranno nel pianificare un ipotetico intervento chirurgico.
TRATTAMENTI PER ARTROSI SPALLA
Molti fattori sono da prendere in considerazione per andare a scegliere il tipo di trattamento per l’artrosi della spalla: l’età del paziente e il suo grado di attività, la gravità della sintomatologia e le sue condizioni di salute oltre le caratteristiche dell’artrosi che lo ha colpito.
Il trattamento può essere sia conservativo che chirurgico; nel primo caso la terapia ha lo scopo di ridurre il dolore quindi ricorreremo all’utilizzo di farmaci come FANS, antinfiammatori e/o corticosteroidei; terapia strumentali e fisioterapia, eseguendo esercizi che rispettano il dolore ma che permettono all’articolazione di non irrigidirsi; fino all’utilizzo di infiltrazioni di acido ialuronico che ha un effetto lubrificante.
Nel caso in cui i trattamenti conservativi non producano risultati efficaci è consigliabile procedere con l’intervento chirurgico; l’ortopedico, in base al tipo di artrosi, deciderà quale tipo di intervento fare.
QUALI SONO I VARI TRATTAMENTI CHIRURGICI?
Per trattare l’artrite acromion-claveare il chirurgo ortopedico procederà con un’artroplastica dell’articolazione acromion-claveare per andare a ripristinare lo spazio articolare tra clavicola e acromion e pulire l’articolazione (intervento che si effettua in artroscopia).
Per affrontare la problematica dell’artrosi gleno-omerale il chirurgo effettuerà una artroprotesi anatomica totale di spalla sostituendo sia la componente dell’omero che della glena attraverso delle placche di titanio e andando a ripristinare così i normali rapporti articolari.
Quando oltre la problematica di artrosi si aggiunge anche la perdita della funzionalità della cuffia si opterà per un artroprotesi inversa.
Qualsiasi soluzione per l’artrosi alla spalla è volto ad eliminare il dolore, recuperare la funzionalità e riprendere le quotidianità; è giusta regola informare il paziente che la riabilitazione che ne seguirà sarà complessa e con possibile presenza di dolore, in modo da non destabilizzarlo se si troverà in presenza di queste eventualità.
Da parte del terapista è necessario eseguire un giusto programma riabilitativo volto a recuperare mobilità, forza e coordinazione nelle azioni.